Giuliano Serafini


Piero Simonelli


Augusto Benemeglio


Antonio Basile


Gino Schirosi


Giuliano D'Elena


Francesco Spadafora


Giuseppe Albahari


Mario De Marco


Gabriella Sbardella


Massimo Bartolotti


Gigliola Blandamura


Bruno Ranieri


Alberto Pellegrini


...L'opera di Anteri postula un'allusione a quel rifiuto della città che lascia il segno nelle lacerazioni solo parzialmente rimarginate, che trasfigura in luce fredda la solarità mediterranea - memoria d'angoscia metropolitana che sopravvive nell'autobiograficità che travaglia colore e segno, - ma il fruitore coglie comunque la spontaneità del portato; coglie il punto d'arrivo - se mai può esserci in un percorso artistico che è divenire per eccellenza -rappresentato dal romantico approdo mediterraneo. E si ritorna al Mediterraneo: tale è la vastità del tema, la complessità dell'ispirazione, la profondità delle radici, la sintesi di sentimenti, tali il sogno e il mistero che tutto sottende, che Anteri rifiuta lo stereotipo della titolazione delle sue opere, comunque e sempre inadeguata per delinearne appieno tutto il portato, e si affida alle sigle e ai numeri: se nella mostra di Aprilia, alcuni mesi or sono, la sigla era stata GL - Gallipoli - limitandosi al "luogo" dell'ispirazione come simbolo della "memoria mediterranea", in questa mostra jonica la sigla diventa SC - "Tra Simboli e Cromie" - quasi ad invocare con levità, in quest'unica forte chiave di lettura seguita dall'incalzare del numero, la scintilla dell'incantato circuito virtuoso che illumina la sintonia tra fruitore e artista. E si ritorna al Mediterraneo: Anteri dipinge luoghi senza cronaca evanescenti fino a divenire sensazioni, fino ad unificare la componente spaziale con quella spirituale, simboli instintivi lievi rarefatti incontaminati fantastici, liberi! Anteri dipinge silenzi e vento e sconfinate distese d'azzurro e improbabili fiori di costa e arcaiche vibrazioni dell'anima del marinaio e -integra sezionata intagliata - la sfera. Anteri dipinge e quel fascio di luce di faro rovesciato, catartica verticalità che anela al ciclo, e quell'amnio - sfera, memoria di vita che viene dal mare" sono infine i simboli di una sacralità che è già misticismo.

Giuseppe Albahari